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  illuminazione e fonti di calore

La sezione dedicata alle fonti d'illuminazione è particolarmente interessante. Vi sono esposti, accanto ad alcune immagini che ritraggono scene di vita familiare attorno al fuoco, gli oggetti più comunemente utilizzati per illuminare l'ambiente domestico. E infatti, pur essendo i ritmi di vita e lavoro in stretto rapporto con la luce solare (ci si alzava all'alba per andar nei campi e si rientrava al tramonto), l'illuminazione aveva nella casa una particolare importanza, soprattutto nel periodo invernale, allorché bisognava ricorrere a fonti luminose alternative, sia per i lavori domestici (le donne avevano l'abitudine di tessere e ricamare fino a tarda notte) che per le riunioni familiari.

Alcune famiglie, quelle più povere, dovevano accontentarsi del bagliore del camino o delle candele. Altre invece avevano la possibilità di usare lucerne, lanterne, lumi a muro, a olio o a petrolio.

Si trattava di oggetti rudimentali, tutti costruiti artigianalmente, realizzati in latta e più raramente in rame, dalle forme assai varie. C'erano ad esempio il recipiente a forma d'anfora con un piccolo foro laterale munito di beccuccio; quello di forma cilindrica, applicato ad una lastra forata in alto lievemente ricurva; la scatola di lamiera con sportello superiore che veniva fissata ad un'asta così da poterla appendere; il classico lume a gabbia con le pareti in vetro, ecc.

Più ricercato il tradizionale lume ad olio, costituito da un corpo a vaso e da un collo reggitubo, entrambi traforati. Molti di questi oggetti, esposti in gran numero nel museo, sono rimasti in uso in alcune zone della Calabria fino ad alcuni decenni fa.
una rudimentale lucerna della fine del XX secolo:
scatola di latta con sportello superiore, fissata ad un'asta con gancio che consentiva di appenderla

 
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