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Morano
  evoluzione del regime fondiario

Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, la distribuzione della proprietà della terra risente, anche a Morano, degli effetti di due eventi di rilievo verificatisi in quegli anni: la confisca e la vendita dei beni ecclesiastici e l'emigrazione transoceanica.

Dalla dissoluzione del patrimonio ecclesiastico, che era piuttosto cospicuo, trassero vantaggio alcune tra le maggiori famiglie della borghesia terriera.

Duplice fu, nel contempo, l'effetto dell'emigrazione, che qui fu più massiccia che negli altri paesi del circondario: da un lato, non sono pochi i piccoli proprietari che, al momento della partenza per le Americhe, alienano i propri fondi; dall'altro, alcuni emigrati, rientrando in paese, investono il denaro nell'acquisto di terreni nelle campagne circostanti il paese e nelle zone limitrofe.

Il processo di ridistribuzione della proprietà che avviene tra Ottocento e Novecento è documentato ampiamente nel museo: le proprietà superiori a cinquanta ettari passano da dodici a ventuno; tra un secolo e l'altro emergono alcune famiglie, che entrano in possesso di un cospicuo patrimonio fondiario; continuano ad essere numerose le proprietà minori, la cui ampiezza media tende a ridursi ulteriormente.

Il regime fondiario con le trasformazioni che subisce nel periodo considerato incide, oltre che sulla composizione e la dinamica della popolazione addetta all'agricoltura, sulla natura e l'organizzazione del lavoro, tutti temi ai quali il museo dedica sezioni specifiche.
Francesco Ferrari, giudice e proprietario terriero dell'Ottocento

 
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