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Morano
  lavoratore salariato

Circa i salariati, non si può parlare a Morano di un vero e proprio bracciantato agricolo, che presenti la fisionomia del bracciantato classico del latifondo meridionale in generale e calabrese in particolare.

La proprietà era, ed è tuttora, abbastanza frazionata e non erano pochi, già nell'Ottocento, i bracciali (così venivano chiamati allora i lavoratori salariati) in possesso di un sia pure esiguo appezzamento di terra.

Nondimeno, per una parte considerevole degli addetti all'agricoltura, il salario rappresentava la principale, seppure non sempre unica, fonte di reddito. La ricerca condotta consente di affermare che, intorno al 1930, le famiglie dei lavoratori a giornata erano ben 368, e di ritenere che, tra uomini e donne, i salariati fossero almeno 800. A tale numero occorre aggiungere quello, senza dubbio altrettanto consistente, dei ragazzi, che in quel periodo iniziavano a lavorare intorno ai dieci anni.

Ulteriori informazioni di particolare interesse riportate nei testi hanno a che vedere con il potere di acquisto dei salari. Al riguardo, la sezione fornisce alcuni dati significativi, dai quali emerge una notevole divaricazione, soprattutto nell'Ottocento, tra questi ultimi ed i prezzi dei prodotti di più largo consumo popolare.

Una lievitazione dei salari agricoli si realizzò nel periodo giolittiano, a seguito dell'emigrazione transoceanica, che ridusse in maniera consistente la manodopera agricola disponibile.
un'immagine di contadini anziani esposta nel museo
la foto è di Paolo Arcidiacono, pioniere della fotografia a Morano, ed è databile alla fine XIX secolo



 
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