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Rende
  arbėreshė

Delle minoranze etniche che vivono in Italia, la arbėreshe (o albanese) č, dopo quella tedesca sud-tirolese, la pił numerosa: duecentomila persone sparse in cinquantacinque comunitą, trentaquattro delle quali nella sola Calabria centro-settentrionale.

La storia italiana delle prime popolazioni arbėreshė inizia nel XV secolo e si protrae fino al XVIII secolo. In Calabria i primi albanesi giungono intorno al 1488, al seguito di Giorgio Castriota Skanderberg, che nel 1451 si era sottomesso a Ferrante d'Aragona, re delle Due Sicilie, per ottenere protezione contro i Turchi.

La loro immigrazione fu subito legittimata e non furono mai perseguitati dal regime. Conobbero un momento di rilievo nell'epoca del riformismo, allorché riuscirono ad ottenere l'istituzione di un vescovado di rito greco (oggi sono due le Eparchie degli albanesi che vivono nella regione: quella di Lungro e quella di Piana degli Albanesi). Al contrario, la popolazione locale nutrģ nei loro confronti una certa diffidenza, diventata ben presto ostilitą, soprattutto per la diversitą di religione.

Tutto ciņ appartiene perņ al passato. Oggi č scomparsa ogni conflittualitą e si č realizzata una perfetta compenetrazione. Gli arbėreshe mantengono vivissimi i rapporti con la patria d'origine, ne conservano la lingua e negli anni sono riuscite a creare centri di cultura albanese.

Nel museo sono esposti un ricco repertorio di costumi albanesi, un bellissimo esemplare dell'abito nuziale ed alcuni tra i pił preziosi gioielli indossate dalle spose.
le vallie, festa tipica della tradizione arbereshe celebrata a Civita, piccolo centro di origine albanese in provincia di Cosenza

 
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