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:: Calabria Citra
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  oreficeria popolare

Il settore dell'oreficeria popolare è documentato nel museo attraverso l'esposizione di concrete testimonianze dell'arte orafa, delle tendenze e delle tipologie più diffuse tra il XIX e il XX secolo.

Nella vita popolare calabrese, in particolar modo nell'Ottocento, i gioielli hanno avuto un'importanza grandissima. Ornamento regale per eccellenza, sono stati sempre oggetto di desiderio da parte delle donne di ogni ceto sociale: tutte, in quantità diversa, ne possedevano. Naturalmente il divario economico era evidente e alla perizia e alla maestria dell'orafo veniva affidato il compito di creare gioielli con materiali meno preziosi ma altrettanto affascinanti nelle forme e nei disegni.

L'uso dei gioielli era fondamentale anche in occasione dei decessi. I cadaveri venivano ornati riccamente così da dare ai partecipanti al rito funebre un'impressione di opulenza. Molti i ritratti con defunti adornati da preziosi monili, che al momento della chiusura della bara venivano ritirati.

Fino a non molto fa, in alcuni paesi calabresi, era consuetudine che le vedove portassero in segno di lutto gioielli rivestiti con un pezzetto di crespo o di seta, oppure, come a Serra San Bruno, di onice montato in oro scolpito con motivi floreali, simbolo dell'ultimo saluto al defunto, ma anche simbolo della vita che continuava.

La maggior parte dei gioielli popolari calabresi, soprattutto quelli realizzati con pietre preziose, sono andati dispersi, circostanza quest'ultima che ha depauperato un patrimonio di inestimabile valore storico-artistico. Tuttavia testimonianze figurative, dipinti e fotografie possono a volte colmare questa lacuna e aiutarci a ricostruire il percorso evolutivo delle forme e delle fogge.

Nel museo è esposto un repertorio davvero ricchissimo di modelli e forme. L'allestimento, infine, è completato dalla ricostruzione del banco dell'orafo.
collana a quindici fili di perle scaramazze, databile tra il 1890 e il 1900

 
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