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argenteria liturgica
busti e arredi lignei
Codex Purpureus Rossanensis
committenza e destinazione
datazione e provenienza
il testo superstite
: a.Tavola I
: b.Tavola II
: c.Tavola III
: d.Tavola IV
: e.Tavola V
: f.Tavola VI
: g.Tavola VII
: h.Tavola VIII
: i.Tavola IX
: l.Tavola X
: m.Tavola XI
: n.Tavola XII
: o.Tavola XIII
: p.Tavola XIV
: q.Tavola XV
: simbologia e colori
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Rossano
  il testo superstite

Il Codex ci è pervenuto mutilo. Degli ipotetici originari quattrocento fogli che lo componevano, molti dei quali andati probabilmente perduti in un incendio, nel XVII o XVIII secolo, di cui è rimasta traccia negli ultimi dieci, ne restano centottantotto, poco meno della metà.

Il testo superstite è scritto in caratteri onciali, la cosiddetta maiuscola biblica, utilizzata dal II secolo fino al IX.

Contiene l'intero Vangelo di Matteo e una parte consistente del Vangelo di Marco.

Il testo è distribuito su due colonne di venti righe ciascuna. Le prime tre righe sono scritte con lettere d'oro, le rimanenti in caratteri d'argento. Le parole non recano accenti e non sono tra loro separate. Unico segno di interpunzione il punto ortografico alla fine dei periodi.

All'inizio del volume compaiono quindici tavole miniate, che hanno per soggetto avvenimenti e parabole riguardanti la vita e la predicazione di Gesù nella sua ultima settimana terrena. Dieci di esse hanno la stessa impostazione grafica: nella parte superiore sono raffigurate scene evangeliche, quella mediana è riservata ai quattro profeti, quella inferiore alle profezie. Le altre cinque tavole, invece, sono a tutta pagina e presentano scene evangeliche e/o altri temi, comunque legati agli Evangelisti.

Con ogni probabilità, le tavole dovevano far parte di un più ben vasto corredo iconografico che in origine caratterizzava l'opera, che integravano, completavano e aiutavano a capire e interpretare il testo evangelico.
la tavola del Codex Purpureus con la lettera di Eusebio a Carpiano

 
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