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Cattedrale della Achiropita
affresco della Achiropita
mosaico normanno
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  mosaico normanno

Il ritrovamento del mosaico starebbe ad indicare l'esistenza, in antico, di un piano musivo sull'intera superficie dell'edificio, rimosso e/o alterato, con ogni probabilità, nel corso dell'intervento di ampliamento realizzato al tempo di Roberto d'Angiò.

I frammenti rinvenuti sono relativi ad un opus tessellatum costituito da piccolissime tessere (ca. 1,5 cm.) in pietra arenaria e quarzo, con sfumature cromatiche che vanno dal verde al rosso, al bruno.

Benché in frammenti, i resti venuti alla luce consentono di ricostruire lo schema decorativo d'insieme e le caratteristiche iconografiche della composizione. Tra le scene superstiti, di particolare bellezza l'immagine di un lupo (o forse di un cane) che morde la zampa di un capro. La scena si svolge attorno ad un elemento centrale, probabilmente un albero, che doveva estendersi dall'ingresso fino al presbiterio. Qui si conservano resti di grandi foglie e della figura di un serpente posto nelle adiacenze di due rotae, parzialmente conservate, racchiudenti ognuna la raffigurazione di un centauro e di un animale fantastico.

La decorazione, assai simile a quella dei piani musivi della cattedrali pugliesi di Otranto e Brindisi, consente di datare il mosaico alla seconda metà del XII secolo (ca. 1160-1178) e di ascriverlo ad un contesto culturale fortemente caratterizzato da modelli e suggestioni artistiche di derivazione bizantina ed islamica.
Cattedrale dell'Achiropita: frammento dell'originario piano musivo che doveva ricoprirne l'intera superficie

 
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