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Rende
  Sepoltura di Sant'Andrea

L'opera, acquistata di recente dal museo, proviene da una collezione privata romana.

Fu eseguita dal maestro durante il suo soggiorno nella capitale. In occasione del Giubileo del 1650, infatti, l'artista aveva ricevuto dal cardinale Francesco Peretti Montalto il mandato di affrescare, con storie del santo, la zona absidale inferiore della chiesa di Sant'Andrea della Valle: una opportunità incredibile per la carriera del pittore, attivo a Roma da quasi un ventennio, ma fino a quella data mai impegnato in incarichi pubblici.

I lavori, presentati al pubblico nell'aprile del 1651, furono molto apprezzati dalle gerarchie ecclesiastiche ma non dalla critica, e suscitarono numerose polemiche, motivate dall'inevitabile confronto con le opere realizzate nella stessa chiesa, intorno agli anni Venti, da due maestri indiscussi della decorazione ad affresco: il ciclo di Sant'Andrea, eseguito dal Domenichino nella volta dell'abside, e L'Assunzione della Vergine affrescata da Giovanni Lanfranco nella calotta della cupola.

A seguito di questo parziale insuccesso, che lo tormenterà per il resto della vita, l'artista accetta nuovi incarichi fuori Roma e non porta a compimento la commissione ricevuta.

L'olio esposto nel museo rendese è la tela che il Preti preparò in previsione della decorazione ad affresco. Nell'opera, la cultura emiliana è completamente assimilata. Evidenti anche l'interesse per la pittura veneta e la suggestione esercitata sull'autore da Pietro da Cortona, impegnato nello stesso periodo ai lavori della vicina Chiesa Nuova, da cui l'autore mutua chiarezza compositiva e scioltezza del tratto.

La scelta cromatica, chiara e luminosa, l'intensità del sentimento religioso e la profondità del dolore sono invece del tutto personali. Preoccupato forse dal raffronto con il Domenichino e il Lanfranco, l'autore forza il suo linguaggio figurativo, visibile nell'imponenza delle figure ed in particolare nel corpo abbandonato del santo. La tela è abbastanza fedele all'affresco: in entrambi fa da sfondo il paesaggio storico romano, arricchito dalle statue della Flora Farnese, elemento frequentemente inserito dall'artista nelle sue composizioni.
Mattia Preti, La Sepoltura di Sant'Andrea
olio su tela, cm 135x100

 
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